Sperare oggi. Intervista doppia al direttore editoriale dei media Vaticani e alla Presidente Da Ros

È ancora possibile la speranza? Intervista doppia al direttore editoriale dei media Vaticani e alla Presidente Da Ros

«Nel segno della speranza l’apostolo Paolo infonde coraggio alla comunità cristiana di Roma. La speranza è anche il messaggio centrale del prossimo Giubileo, che secondo antica tradizione il Papa indice ogni venticinque anni. Penso a tutti i pellegrini di speranza che giungeranno a Roma per vivere l’Anno Santo e a quanti, non potendo raggiungere la città degli apostoli Pietro e Paolo, lo celebreranno nelle Chiese particolari. Per tutti, possa essere un momento di incontro vivo e personale con il Signore Gesù, “porta” di salvezza (cfr. Gv 10,7.9); con Lui, che la Chiesa ha la missione di annunciare sempre, ovunque e a tutti quale “nostra speranza” (1Tm 1,1)». Così recita il primo punto della Bolla di indizione del Giubileo ordinario “Spes non confundit” e, a proposito di speranza, Andrea Tornielli, direttore editoriale del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede commenta: «Proprio perché il nostro tempo è segnato da violenze, incertezze e guerre, ritengo che sia fondamentale moltiplicare i nostri sforzi per trovare ragioni per sperare. Come credenti, in questo particolare momento del Giubileo, ci viene offerta la simbologia della porta, che rappresenta Gesù: la nostra speranza è una Persona. Allo stesso tempo, in un senso più ampio, dobbiamo cercare testimonianze e storie di chi non si arrende, di chi continua a sperare e a cercare di cambiare, con l’aiuto di Dio e il proprio impegno, un piccolo frammento di realtà. Seguendo questa prospettiva, invece di focalizzarci soltanto su ciò che va male, sui drammi, sulle violenze e sulle guerre, possiamo scorgere tanti semi di bene intorno a noi e nel mondo, che costituiscono valide ragioni per sperare e ci mostrano un cambiamento in atto. Abbiamo bisogno di ragioni concrete per sperare, e queste si trovano in coloro che, nonostante tutto, stanno compiendo azioni buone». «I media Vaticani – conclude Tornielli – hanno il compito di portare la voce del Papa nel mondo, utilizzando quotidianamente cinquantatré lingue attraverso il web, i social, la radio, le immagini televisive e la carta stampata. Oltre a diffondere il messaggio di Papa Francesco, riteniamo fondamentale raccogliere storie e testimonianze provenienti da ogni parte del mondo: dalle chiese, dalle comunità, dalle organizzazioni non governative e da chiunque viva con speranza il tempo presente. In questo periodo particolare, oltre alla pubblicazione di un’edizione speciale de L’Osservatore Romano per il Giubileo, ci distinguiamo per l’impegno nel raccogliere e raccontare storie di speranza. Lo facciamo in modo multimediale, attraverso foto, video e testi tradotti in numerose lingue. Si tratta di testimonianze che aprono il cuore e mostrano che ci sono valide ragioni per sperare».

Legato al tema della speranza troviamo il motto "Serviens in spe" della Società San Vincenzo De Paoli, la cui Presidente, Paola Da Ros, sottolinea che «fin dalle origini, i nostri volontari si recano nelle case delle persone più vulnerabili, instaurando un contatto diretto e ascoltando i loro bisogni. Non si tratta solo di offrire un pacco viveri o il pagamento di una bolletta, ma di vivere il messaggio del nostro fondatore, il Beato Federico Ozanam: “L’assistenza umilia quando si preoccupa soltanto di garantire le necessità terrene dell’uomo, ma onora quando unisce al pane che nutre, la visita che consola, il consiglio che illumina, la stretta di mano che ravviva il coraggio abbattuto, quando tratta il povero con rispetto”. Questo approccio fa sì che il volontario non sia percepito solo come un erogatore di servizi, ma come un punto di riferimento, un confidente e un amico. In tutta Italia, oltre 11.300 soci e volontari supportano circa 30.000 famiglie, pari a più di 100.000 persone. Questo aiuto va ben oltre l’assistenza materiale: i nostri volontari incontrano i più fragili nelle loro case, negli ospedali, nelle residenze per anziani, per strada e perfino nelle carceri. Il sostegno economico o il pacco viveri sono solo strumenti per instaurare una relazione duratura. Attraverso questo legame, incoraggiamo le famiglie a intraprendere percorsi di crescita personale, a migliorarsi, acquisire nuove competenze e adottare stili di vita più consapevoli. In questo modo, ogni nostro intervento accende una scintilla di speranza nei cuori delle persone, offrendo loro nuove prospettive e la possibilità di ritrovare il proprio posto nella società». «…….. legare i giovani…..

Nonostante i cambiamenti sociali e lavorativi che rendono più difficile per i giovani un impegno continuativo, notiamo ancora una risposta positiva quando vengono coinvolti in progetti specifici e a breve termine, come durante le emergenze. Inoltre, i percorsi per le competenze trasversali e per l'orientamento (PCTO) realizzati con le scuole hanno avuto grande successo, così come i percorsi alternativi alle sanzioni disciplinari che offrono ai giovani un'opportunità educativa in un contesto di ascolto e comprensione. Siamo orgogliosi che alcuni di questi studenti abbiano scelto di continuare come volontari dopo queste esperienze. La Società di San Vincenzo De Paoli continua a essere un faro di speranza, capace di ispirare nuove generazioni a mettersi al servizio degli altri, alimentando quel circolo virtuoso di empatia e solidarietà che può davvero fare la differenza».

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