Non sarebbe stato quello il caso

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Motivazione negli studi e determinazione pagano sempre.
Nell’anno di Dante siamo orgogliosi della nostra bella lingua e dei giovani che la coltivano con amore e successo.
Per la rubrica "I giovani e il lavoro" pubblichiamo un racconto di Teresa Tortoriello

Non sarebbe stato quello il caso

Quando, dopo il liceo, Claudia aveva deciso di iscriversi a Lettere Classiche le avevano dato della matta. Vuoi restare disoccupata a vita o vuoi andartene via chissà in quale “pizzo sperduto” per insegnare qualcosa che tra poco non interessa più a nessuno? Eppure non aveva mollato, aveva portato avanti i suoi sogni ed era arrivata al traguardo, splendidamente.

Da allora, a dispetto delle previsioni, era riuscita a rimediare sempre qualcosa di decente, un incarico breve, qualche supplenza, due o tre lezioni private, una piccola collaborazione per un giornale o per qualche editore a corto di ghost-writers, sì gli scrittori “dietro le      quinte”, tanti giovani e meno giovani che portano il pane a casa lavorando per l’immagine di un altro.

E, poi, era arrivato il lavoro, quello vero. Un’azienda prestigiosa e un contratto di collaborazione per le risorse umane. Due colleghi e gentilezza quanto basta. Diritti, meglio pretenderne pochi, coi tempi che corrono ma, se si guardava intorno, era il meglio che ci fosse, quel lavoro. Poi, un po’ alla volta, qualcuno si era accorto di lei, aveva capito che forse non è da tutti saper leggere e scrivere, oggi, anche con più titoli universitari in tasca, e le aveva proposto un contratto diverso per l’Ufficio Stampa.

Un vero salto di qualità, era quello cui aspirava da tempo, l’occasione da non perdere che passa solo una volta. La condizione era preparare un discorso per l’inaugurazione dell’anno di produzione aziendale. Direttamente nelle mani del Direttore Generale che lo avrebbe pronunciato. Insomma un ghost-writer di lusso e poi… magari un giorno lo avrebbe preparato per lei, un discorso. Doveva crederci.

Non più di due cartelle, le avevano detto, la gente si annoia ad ascoltare, ma ci doveva essere proprio tutto: resoconto, obiettivi, ringraziamenti e nuove prospettive, plauso per i collaboratori, apprezzamento per le maestranze, ogni cosa in poche righe. Due giorni di tempo per scrivere, una mezzora per presentarlo, monitorando il tempo di lettura. Una fatica che si poteva reggere e la posta in gioco era l’assunzione a tempo indeterminato.

Le conveniva dare un’occhiata ai precedenti, le aveva detto il suo capo, per farsi una idea, e questo lo aveva pensato anche lei, mentre tornava a casa quella sera di settembre, sotto una pioggia leggera nell’aria ancora calda. Sognava già i complimenti che avrebbe ricevuto il Direttore Generale per quel discorso, immaginava la “scena madre” di lui che la chiamava per presentarla a tutti. Ma no! Sarebbe andata malissimo, si sarebbero annoiati tutti e lei sarebbe stata mandata via all’istante, fuori da quella porta dorata, per sempre.

Una notte da incubo, quella. Al mattino si era precipitata in archivio per cercare i precedenti discorsi. Li aveva scritti una persona speciale, ora occupava un ruolo prestigioso, tutti sapevano che usava la penna, si dice ancora così, come “un ago da ricamo”. Aveva cominciato a sfogliare quei discorsi con religiosa attenzione e, in un attimo, si era sentita gelare il sangue: mai avrebbe potuto reggere il confronto.

Due cartelle, ciascuna di 3600 battute, circa 550 parole e, di queste, almeno la metà in quell’inglese che fa tanto “cultura” e sa creare tanta dipendenza in chi ascolta. Passi per i resoconti economici, ma quando si parla alla gente, quella vera, perché rischiare di non farsi capire? Magari per dire qualcosa di sgradevole o per vendere fumo? Non sarebbe stato quello il caso, non con lei a scrivere quel discorso.

Notizie di cronaca. Oggi presso l’Azienda madre della nostra Città si è tenuto il discorso del Direttore Generale che ha sorpreso tutti per la sua concisione e intensità espressiva. Era da tanto che non sentivamo usare la nostra bella lingua per farci capire come vanno le cose, senza possibili equivoci.

P.S. Ora Claudia dirige l’Ufficio Stampa dell’Azienda.

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