Il nuovo diario Messaggero, settimanale della Diocesi di Imola, il 3 agosto 2023 ha pubblicato la testimonianza di Leonardo Di Filippo. Ne riportiamo di seguito qualche stralcio:
Dopo l'alluvione è scattata un'emergenza nell'emergenza: il sostegno alle famiglie che già prima di perdere tutto vivevano in condizioni di disagio economico. Da ormai due mesi la Società di San Vincenzo De Paoli, presente in Diocesi a Imola, ma soprattutto a Lugo, si trova a fronteggiare situazioni non facili. Se nelle prime settimane era difficile entrare in contatto con gli assistiti - troppo fresco il rumore dell'acqua che invadeva il pianterreno di casa - con il tempo è iniziata la conta dei danni. Su una settantina di famiglie del territorio lughese, sono circa 15 quelle colpite, una di queste a Fruges. «C'è chi ha perso la casa, chi la macchina; insomma il problema economico emerge, specie su persone che vivono già in condizioni precarie».
«La Federazione Nazionale Italiana Società di San Vincenzo De Paoli ODV ha messo a disposizione un fondo a cui noi, insieme alle comunità di Forlì e Cesena, possiamo attingere. Ma i problemi non mancano. Tra questi il rinvio nel pagamento delle bollette: quando a settembre scadrà il termine che si farà? I nostri assistiti i soldi non li hanno, starà a noi farci trovare pronti come associazione».
Tra le varie iniziative portate avanti in rete con altre realtà c'è la raccolta del materiale scolastico in previsione dell'inizio della scuola: penne, matite, quaderni donati aiuteranno circa 150 ragazzi. Oppure il Centro Estivo a San Gabriele: un luogo dove, nei mesi di giugno e di luglio. le famiglie alluvionate hanno potuto lasciare (gratuitamente) i loro figli in un ambiente sano ed educativo.
«L'aspetto che contraddistingue da sempre la Società di San Vincenzo De Paoli è l'aiuto ai nuclei familiari che vivono nel bisogno. Non solo dal punto di vista economico, ma anche umano. Oltre al pacco viveri visitiamo a domicilio tutte le famiglie, per offrire loro un accompagnamento a 360 gradi. Al momento siamo 50 volontari tra Imola e Lugo, ma ci sarebbe bisogno di forze nuove. Al giorno d'oggi non è facile trovarne. Da un lato pesa la burocrazia, l'iscrizione al Registro Unico del Terzo Settore ha richiesto un notevole sforzo; dall'altro fatichiamo a trovare giovani o persone di mezza età, disposte a darci una mano. Perché questa carenza? Non lo so dire, forse per tanti è più comodo non implicarsi in certe problematiche. Riscontriamo però un dato positivo: chi in passato è stato aiutato dalla nostra Associazione, ora si mette in gioco. Per noi è un valore aggiunto: queste persone sanno come sono state sostenute, conoscono i problemi di fronte ai quali si trovano e agiscono di conseguenza. Sapere che dall'altra parte c'è uno che ti aiuta senza chiederti nulla in cambio fa la differenza».
Per far fronte a questa necessità la Società di San Vincenzo De Paoli si sta già muovendo: «Ho parlato con il Vescovo e con il Vicario Generale - aggiunge Leonardo Di Filippo - stiamo cercando di fare un cammino con le parrocchie per raccontare l'opera della Società di San Vincenzo De Paoli. Perché tengo così tanto ai volontari? Mi piacerebbe che la gente potesse fare un'esperienza così significativa. Sarebbe interessante. Allo stesso tempo, però, credo che uno se lo debba sentire nel cuore. Fin da bambino ho sempre avuto il desiderio di aiutare gli altri. Non si tratta di una soddisfazione personale, ma di acquisire un metodo per la vita. Nella Società di San Vincenzo De Paoli questo processo si impara stando con gli altri volontari, vedendo come lavorano. Terminato "il periodo di prova", se così si può chiamare, ci si può iscrivere. Quando la sera rientro a casa dopo che ho passato del tempo con le famiglie sono la persona più felice del mondo. Perché so che l'ho fatto per gli altri, non per me. Dobbiamo testimoniare questa esperienza!».
Si ringrazia Davide Santandrea per aver raccolto questa testimonianza ed averla proposta sulle pagine de Il nuovo diario Messaggero".