In occasione della Giornata Internazionale della Donna, pubblichiamo su OZANAM ONLINE un racconto inedito di Teresa Tortoriello
E' cominciato tutto da lì
È cominciato da lì, da quella sera che abbiamo deciso di farla finita. Io, ormai quarantenne, un lavoro tranquillo, soldi quanto basta, un appartamento in periferia e il sogno di una vita normale. Lui, un’ambizione negata, un percorso difficile in famiglia, qualche lavoro ogni tanto.
Ci siamo detti che non poteva andare, ormai, che era finita: una bella storia, un volersi bene ma ora… basta! Se ne è andato sbattendo la porta, poi gli passa, ho pensato, è meglio anche per lui, lo capirà. E invece eccomi qua, sulle scale di questo terzo piano, stasera non mi guarderò allo specchio, quando dovrò struccarmi, preferisco non vedermi così, ma in fondo è meglio, oramai è finita, ha capito, è andato via ormai.
Oggi ha chiamato di nuovo, singhiozzi brevi, ancora minacce e poi … chiede perdono, mi dice che ha capito. Ma io non voglio più, ho capito proprio che non voglio più vivere in quest’incubo, in questo gorgo di domande impossibili, di gelosia, di ansia, di sospetti. Ho bisogno di cieli liberi, ho bisogno di pace. Che insista pure, ora basta!
Era tenero nella voce, stamattina, dice che ha capito, che non insiste più, che anche per lui va bene così, mi augura di rifarmi una esistenza, farà così anche lui, cercherà un’altra con la quale non sentirsi “di troppo”, io devo capire che lo facevo sentire inutile, lui è un uomo ed un uomo non può sentirsi così. Gli credo, ho bisogno di credere che se ne è fatta una ragione, oramai.
Stamattina sono andata al lavoro e il cielo era più azzurro. Ogni giorno che passa capisco sempre meglio che va bene così, sono felice ora, ho voglia di ricominciare. Sto mangiando un panino e mi sembra una cena al Grand’Hotel. Ricomincio dalle cose semplici, non ho bisogno di tacchi a spillo, non devo sorridere sempre, per dimostrare agli altri che con lui sono felice.
Ha capito davvero. Sono giorni che non chiama. Niente suppliche e niente piagnistei, niente minacce e niente giuramenti. Un messaggio su WhatsApp: “passo in serata per le mie cose… ti trovo?” Gli rispondo: “Perché no?” e subito me ne pento. Ma è meglio così, tutto deve rientrare nel normale, non posso evitare che passi a prendersi quelle quattro cose che ha lasciato qui. Meglio, anzi, non ci sarà più niente che mi ricordi quest’incubo.
È tardi… Ci avrà ripensato? Oggi è stata una giornata impossibile, in ufficio, avrei proprio bisogno di dormire. Finché non chiama non vado a dormire. Perché quest’ansia che mi prende? Ah, ecco i fari della sua macchina, anzi ne funziona uno solo… Chissà dove sarà andato a sbattere! Ecco, gli do le sue cose e via… Finalmente potrò dormire in pace.
TG 3 Regionale: Stasera ulteriore femminicidio alla periferia di … una vicina ha chiamato la Volante, ma era troppo tardi. La Polizia cerca un’auto con un faro anteriore spento.