Società di San Vincenzo De Paoli: immagini e voci che escono dal carcere

Una mostra e un podcast per raccontare la reclusione

Dare spazio a chi il carcere lo attraversa ogni giorno, da dentro e da fuori affinché il racconto non si fermi alla riflessione e alla suggestione, ma si apra anche al cambiamento e alla speranza.

Con questo intento, la Società di San Vincenzo De Paoli, insieme ad altre Associazioni ed Enti che operano stabilmente nella Casa Circondariale “Don Bosco” di Pisa, è stata coinvolta dalla Fondazione “Opera Giuseppe Toniolo” in occasione della Mostra fotografica “Prigionieri” di Valerio Bispuri, dedicata al mondo carcerario italiano e allestita a Palazzo Toniolo dal 12 al 29 aprile 2025.

Volontari, operatori ed ex detenuti, attraverso i Podcast realizzati in collaborazione con Radio Incontro Pisa, hanno condiviso esperienze che parlano di rinascita, ascolto, cambiamento e impegno in ambito educativo, assistenziale, spirituale e culturale nelle carceri.

Cinzia Maccotta, Coordinatrice del Settore Carcere e Devianza della Società di San Vincenzo De Paoli per la regione Toscana, ha raccontato a Radio Incontro Pisa la sua esperienza in carcere come volontaria. Vissuti che le hanno permesso di conoscere una realtà complessa, fatta di un quotidiano in cui affiorano gesti, volti segnati dall’attesa, dalla sofferenza, dalla rabbia, dalla solitudine e dalla speranza.

Ho iniziato il volontariato in carcere nel 2018 e mi occupo della distribuzione del vestiario. Un sostegno materiale che ci consente di portare avanti un’attività caritativa lontana da preconcetti e giudizi”, ha confidato Cinzia.

ll volontariato penitenziario da sempre occupa un numero significativo di vincenziani su tutto il territorio nazionale. Ascolto, assenza di giudizio, ciò che conta è la persona e non il reato che ha o avrebbe commesso, sostegno morale e materiale nel difficile percorso di reinserimento sociale a fine pena dei detenuti, sono le principali azioni dei volontari quando ogni giorno varcano i cancelli degli Istituti di pena.

Quando si varcano le mura del carcere avverti un forte senso di timore e di responsabilità”, ha affermato la Coordinatrice Maccotta. Non è facile mostrare vicinanza, infondere speranza a un’umanità affranta dalla consapevolezza del reato compiuto e dall’angoscia di non poter più rimediare.

Ma ci sono delle luci, come quella accesa dal Protocollo d’Intesa tra la Federazione Nazionale Italiana Società di San Vincenzo De Paoli ODV  e il Ministero della Giustizia, che ha permesso la stipula di accordi territoriali come quello del Consiglio Centrale di Pisa che “consentirà ai detenuti del Carcere Don Bosco, ammessi ai lavori di pubblica utilità o in messa alla prova, di prestare attività di supporto ai servizi socio-assistenziali e socio-sanitari della nostra Associazione, come misura alternativa”, ha specificato Cinzia Maccotta.

La Società di San Vincenzo De Paoli, attraverso il Settore Carcere e Devianza, presta particolare attenzione al contesto carcerario offrendo non solo aiuti materiali, beni di prima necessità, ma anche la progettazione e la realizzazione di percorsi formativi orientati all’istruzione, al lavoro e alla promozione della cultura della legalità. Perché educare alla legalità significa educare alla libertà, al rispetto, alla responsabilità.

Il Settore Carcere e Devianza organizza anche il Premio Carlo Castelli, concorso letterario riservato ai ristretti delle carceri italiane e degli Istituti per minori, patrocinato da Camera, Senato, Ministero della Giustizia, e insignito della medaglia del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Il Premio, giunto alla XVIII edizione, rappresenta un'iniziativa unica offrendo ai detenuti la possibilità di esprimere riflessioni e speranze attraverso la scrittura.

La mostra fotografica, attraverso 33 scatti in bianco e nero, ci accompagna nei corridoi e nelle celle di alcune carceri italiane come Regina Coeli (Roma), Poggioreale (Napoli), l’Ucciardone (Palermo), il Carcere di Bollate (Milano), San Vittore (Milano), la Giudecca (Venezia), il Carcere di Capanne (Perugia), Rebibbia femminile (Roma) e Colonia Penale di Isili (Sardegna), restituendoci uno sguardo potente e intimo sulla condizione dei detenuti e delle detenute.

Un modo concreto per rompere il silenzio, restituire visibilità a realtà spesso poco conosciute e offrire al pubblico uno sguardo autentico sul carcere come luogo di fragilità, ma anche di incontro, trasformazione e speranza.

L’esposizione si inserisce nel calendario diocesano del Giubileo della Speranza e nelle celebrazioni per il 180° anniversario della nascita del beato Giuseppe Toniolo, il cui pensiero sociale trova naturale continuità nei temi proposti: dignità della persona, giustizia, responsabilità collettiva.

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