Premio Castelli 2025, Radio Vaticana intervista la responsabile del Settore Carcere e Devianza.

Antonella Caldart racconta ai microfoni di Roberta Barbi di Radio Vaticana il concorso letterario dedicato ai detenuti di tutta Italia.

A ottobre si terrà la Diciottesima edizione del Premio Carlo Castelli, il concorso letterario riservato ai detenuti degli Istituti penitenziari italiani, inclusi i minorili. Come ogni anno la cerimonia, organizzata dalla Federazione Nazionale Italiana Società di San Vincenzo De Paoli ODV, Settore Carcere e Devianza, si svolgerà in un carcere. Quest’anno toccherà alla casa circondariale Canton Mombello” di Brescia.

L’evento ruoterà intorno a un tema potente e attuale: "Mi specchio e (non) mi riconosco: non sono e non sarò il mio reato”. Una riflessione che invita a distinguere la persona detenuta dal reato commesso, aprendo alla speranza di cambiamento e reintegrazione.

Un tema, quello della speranza, che occupa un posto centrale nel carisma della Società di San Vincenzo De Paoli e “Ritroviamo anche nel motto riportato sotto il logo: "Serviens in spe", al servizio nella speranza, che riprende l’indicazione data dal Santo Padre per il Giubileo”, dichiara Antonella Caldart.

Il Pontefice, con la sua bolla "Spes non confundit", sottolinea la forza della speranza nel pensiero cristiano. Una virtù che il Papa vuole stendere sulle ferite di un’umanità debole, fra i quali cita per primi proprio le persone private della libertà.

Il termine di scadenza per la spedizione dell’elaborato è il 15 aprile 2025.

Nell’edizione di quest’anno si parlerà di coscienza, miglioramento, umanità. Temi che apriranno un percorso indirizzato ad aiutare la persona a riconoscere l’errore ma anche a capire che ogni persona merita un futuro, dentro o fuori dal carcere.

Dagli scritti sono emersi “Preoccupazione e angoscia per il reinserimento nella società seppur ci sia la convinzione di farcela grazie alla consapevolezza del detenuto di essere diverso”, afferma la Caldart e aggiunge: “Viene riconosciuto l’errore commesso ma non ci si identifica solo con il proprio reato. Si valorizza la dignità della persona”.

E La finalità del Premio letterario è proprio quella di consentire al detenuto di riscattarsi, di “Uscire dalla ‘cultura dello scarto’ di cui parla il Pontefice e mostrare al mondo esterno un volto nuovo”, specifica la responsabile del Settore Carcere e Devianza.

Quest’anno il concorso letterario ha una novità: “Uno dei premi verrà riservato ai minori. Questo per incoraggiare anche i giovani a partecipare”, evidenzia la Caldart.

I premi saranno tre di uguale importo: i primi due verranno consegnati ai ristretti maggiorenni.

Oltre ai premi in denaro per gli autori, una seconda somma sarà destinata a progetti che prevedono laboratori all’interno di altre carceri e Istituti, finalizzati alla crescita professionale per facilitare il reinserimento nella società e l’accesso al mondo del lavoro.L’obiettivo è far entrare in un circuito educativo anche altri”, specifica Antonella Caldart. Potranno infatti beneficiarne ristretti di altre carceri, minori ospiti di Istituti e persone ammesse a misure alternative in accordo con l’Ufficio di esecuzione penale esterna (UEPE).

Il concorso, dedicato alla memoria di Carlo Castelli, figura di spicco del volontariato vincenziano e promotore della Legge Gozzini, diventa un mezzo per costruire un futuro condiviso, sottolineando l’importanza del sostegno reciproco, anche in contesti difficili.

Il Premio Carlo Castelli ha ottenuto il patrocinio di Camera, Senato e Ministero della Giustizia, ed è stato insignito della medaglia del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. I media partner includono il Pontificio Dicastero per la Comunicazione, TV2000, Radio In Blu, e UCSI.

I racconti premiati, insieme ad altri dieci segnalati dalla Giuria, saranno raccolti in un’antologia che verrà distribuita a tutti i presenti nel corso degli eventi e allegata alla rivista della Federazione Nazionale, “Le Conferenze di Ozanam”, pubblicazione che raggiunge oltre 11.200 lettori in tutta Italia.

Il Settore Carcere e Devianza è da sempre impegnato nella formazione dei volontari penitenziari e alla realizzazione di attività rivolte ai detenuti e alle loro famiglie, anche collaborando con altre associazioni presenti sul territorio.

L'intervista integrale:

https://www.vaticannews.va/it/podcast/rvi-programmi/il-cellante/2025/02/i-cellanti-09-02-2025.html

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