Era il 22 agosto 1997. In una Cattedrale di Notre-Dame gremita di giovani festanti, giunti da ogni parte del mondo per la GMG di Parigi, veniva beatificato Federico Ozanam, fondatore della Società di San Vincenzo De Paoli.
La liturgia proponeva per quel giorno il Vangelo del Buon Samaritano. Già nel 1953 il pittore Renè Dionnet affrescò la parete della cripta della chiesa di Saint Joseph de Carmes, dove Federico si recava a Messa ogni giorno e dove oggi riposano le sue spoglie mortali, ritraendo alcune scene prese dalla parabola del buon samaritano. E, nell’affresco, il personaggio è stato ritratto con le sembianze di Federico Ozanam.
Le parole pronunciate da San Giovanni Paolo II quel venerdì 22 agosto di 26 anni fa conservano tutt’oggi un sapore profetico: “Federico Ozanam ha creduto all'amore, l'amore che Dio ha per ogni uomo. Si è sentito lui stesso chiamato ad amare, dando l'esempio di un amore grande di Dio e degli altri. Andava verso tutti coloro che avevano più bisogno di essere amati, quelli cui Dio Amore non poteva essere concretamente rivelato se non attraverso l'amore di un'altra persona. Ozanam ha scoperto in questo la sua vocazione, vi ha visto la strada sulla quale Cristo lo chiamava. Ha trovato il suo cammino verso la santità. E l'ha percorso con determinazione. […] Federico Ozanam amava tutti i bisognosi. Fin dalla giovinezza, ha preso coscienza che non era sufficiente parlare della carità e della missione della Chiesa nel mondo: questo doveva tradursi in un impegno effettivo dei cristiani al servizio dei poveri. Per manifestarlo concretamente, all'età di venticinque anni, con un gruppo di amici, creò le Conferenze di San Vincenzo De Paoli, lo scopo delle quali era l'aiuto ai più poveri, in uno spirito di servizio e di condivisione. Ben presto, tali Conferenze si diffusero fuori della Francia, in tutti i Paesi d'Europa e del mondo. Io stesso, da studente, prima della Seconda guerra mondiale, facevo parte di una di esse. Ormai l'amore verso i più miserabili, di quelli di cui nessuno si occupa, è al centro della vita e delle preoccupazioni di Federico Ozanam.
Parlando di questi uomini e di queste donne, egli scrisse: «Dovremmo cadere ai loro piedi e dir loro con l'Apostolo: ‘Tu es Dominus meus’. Voi siete i nostri maestri e noi saremo i vostri servitori; voi siete per noi le immagini sacre di Dio che non vediamo e, non sapendolo amare altrimenti, l'amiamo nelle vostre persone» (Federico Ozanam, A Louis Janmot). Egli osserva la situazione reale dei poveri e cerca un impegno sempre più efficace per aiutarli a crescere in umanità. Comprende che la carità deve condurre ad operare per correggere le ingiustizie. Carità e giustizia vanno di pari passo. Egli ha il lucido coraggio di un impegno sociale e politico di primo piano in un'epoca agitata della vita del suo Paese, poiché nessuna società può accettare la miseria come una fatalità senza che il suo onore non ne sia colpito.
È così che si può vedere in lui un precursore della dottrina sociale della Chiesa, che Papa Leone XIII svilupperà qualche anno più tardi nell'enciclica Rerum novarum. Di fronte alle povertà che opprimono molti uomini e donne, la carità è un segno profetico dell'impegno del cristiano alla sequela di Cristo.
Invito pertanto i laici e particolarmente i giovani a dare prova di coraggio e di immaginazione per lavorare all'edificazione di società più fraterne dove i più bisognosi saranno riconosciuti nella loro dignità e troveranno i mezzi per una esistenza dignitosa. Con l'umiltà e la fiducia senza limiti nella Provvidenza, che hanno caratterizzato Federico Ozanam, abbiate l'audacia di condividere i beni materiali e spirituali con quanti sono nella miseria! Il beato Federico Ozanam, apostolo della carità, sposo e padre di famiglia esemplare, grande figura del laicato cattolico del XIX secolo, è stato un universitario che ha avuto una parte importante nel movimento delle idee del suo tempo.
Studente, professore eminente prima a Lione e poi alla Sorbona di Parigi, mira anzitutto alla ricerca e alla comunicazione della verità, nella serenità e nel rispetto delle convinzioni di coloro che non condividono le sue. «Impariamo a difendere le nostre convinzioni senza odiare i nostri avversari, scriveva, ad amare quanti pensano diversamente da noi, [...] lamentiamoci meno dei nostri tempi e più di noi stessi» (Lettere, 9 aprile 1851). Con il coraggio del credente, denunciando ogni egoismo, partecipa attivamente al rinnovamento della presenza e dell'azione della Chiesa nella società della sua epoca. Si conosce pure il suo ruolo nella istituzione delle Conferenze di Quaresima in questa cattedrale Notre-Dame di Parigi, con lo scopo di permettere ai giovani di ricevere un insegnamento religioso rinnovato di fronte alle grandi questioni che interrogano la fede.
Uomo di pensiero e di azione, Federico Ozanam è per gli universitari del nostro tempo, professori e studenti, un modello di impegno coraggioso capace di far udire una parola libera ed esigente nella ricerca della verità e nella difesa della dignità di ogni persona umana. Sia per loro anche un appello alla santità!
La Chiesa conferma oggi la scelta di vita cristiana fatta da Ozanam, come pure il cammino che egli ha preso. Essa gli dice: Federico, la tua strada è stata veramente la strada della santità. Sono passati più di cent'anni, ed ecco il momento opportuno per riscoprire questo cammino.
Bisogna che tutti questi giovani, più o meno della tua età, radunatisi così numerosi a Parigi, provenienti da tutti i Paesi d'Europa e del mondo, riconoscano che questa è anche la loro strada. Occorre che comprendano che, se vogliono essere cristiani autentici, devono intraprendere lo stesso cammino. Aprano meglio gli occhi dell'anima ai bisogni così numerosi degli uomini d'oggi. Comprendano questi bisogni come sfide. Cristo li chiama ciascuno per nome, affinché ciascuno possa dire: ecco la mia strada! Nelle scelte che faranno, la tua santità, Federico, sarà confermata in modo particolare. E la tua gioia sarà grande. Tu che già vedi con i tuoi occhi Colui che è amore, sii anche guida su ogni cammino che questi giovani sceglieranno, seguendo oggi il tuo esempio!”.