I dati vengono confermati dalle esperienze della Federazione Nazionale Italiana Società di San Vincenzo De Paoli (ODV) che, con 2 milioni di volontari nel mondo e 12.500 in Italia, è una delle più grandi realtà del Terzo settore. "Aiutiamo 100mila persone in difficoltà: servono aiuti materiali, ma anche vicinanza umana e percorsi che aiutino ad uscire dall'indigenza" afferma la presidente Paola Da Ros.
Sempre più italiani sotto la soglia della povertà secondo il primo Report statistico nazionale sulle povertà pubblicato da Caritas.
La povertà, si legge nel rapporto, in Italia è, ormai, strutturale e coinvolge quasi un residente su dieci; il 9,4% della popolazione residente vive infatti in una condizione di povertà assoluta che, per di più, tende a protrarsi nel corso degli anni: il 30 per cento dei beneficiari degli aiuti Caritas, infatti, lo è da più di 5 anni; i poveri cronici sono 1 su 4. Crescono anche le persone senza dimora (+ 16% rispetto al 2021); crescono le povertà multidimensionali (il 56,2% dei beneficiari ha manifestato due o più ambiti di bisogno); cresce il numero di persone che hanno cercato aiuto presso i Centri d'ascolto nel 2022: mezzo milione, registrando un incremento del 12% rispetto all'anno precedente.
I dati vengono confermati anche dall'esperienza della Società di San Vincenzo De Paoli che, con oltre 2 milioni di volontari nel mondo e 12.500 nel nostro Paese, è una delle più grandi organizzazioni del Terzo Settore e, in Italia, affianca più di 100.000 persone che vivono in condizioni di difficoltà.
"I nostri volontari, gli empori solidali, le mense, i dormitori che abbiamo sul territorio —commenta la presidente Paola Da Ros, — sono delle 'sentinelle' che già da tempo hanno intercettato le variazioni indicate nel Report Statistico Nazionale sulle Povertà e le possono confermare. Quando aumenta il numero delle persone povere e, soprattutto, quando cambia la tipologia di bisogni è importante non limitarsi ad offrire un aiuto materiale, ma occorre prendersi cura a 360 gradi della persona in difficoltà, organizzando la prossimità, ascoltandola, consigliandola, confortandola. Perché dalla povertà non si esce con un pacco di pasta od una somma di denaro, ma soltanto seguendo un percorso di crescita che possa offrire le basi per una riconquista della dignità e l'opportunità di potersi reinserire in modo attivo nella società".
Questo è il modello proposto dai volontari della Società di San Vincenzo De Paoli: si prendono cura della persona e non solo del problema. È così che la pratica della "visita a domicilio" tanto cara al fondatore dell'Associazione, il Beato Federico Ozanam, continua ad essere il fulcro dell'azione vincenziana. Sono i volontari della Società di San Vincenzo De Paoli a recarsi periodicamente, in coppia, nelle case delle persone in difficoltà, ad entrare in relazione con loro, spesso a diventarne amici. Offrono, insieme agli aiuti più urgenti, il conforto, il calore umano ed i consigli che più servono a chi si sente smarrito.
Un approccio che caratterizza tutte le forme di aiuto organizzate dalla Società che si tratti di un ambulatorio solidale, di un doposcuola o di un corso di formazione gratuito, ogni attività è caratterizzata da uno spiccato carattere inclusivo e da un clima di fraternità e amicizia che favorisce il consolidarsi di un rapporto di fiducia reciproca, abbatte le barriere tra povero e volontario e costituisce la vera scintilla per avviare il laborioso percorso che porta alla definitiva fuoriuscita dalla condizione di povertà.
Come scrive Papa Francesco: "La carità non si accontenta delle buone abitudini del passato, ma sa trasformare il presente. Questo è tanto più necessario oggi, nella mutevole complessità della società globalizzata, dove certe forme di elemosina e di aiuto, pur motivate da generose intenzioni, rischiano di alimentare forme di sfruttamento e di illegalità e di non portare benefici reali e duraturi" (cfr. Messaggio di Papa Francesco alla Famiglia Vincenziana, 27 settembre 2017).